Per oltre un decennio, la Commissione Europea ha investito pesantemente nella ricerca spaziale, con l'obiettivo di rafforzare le capacità dell'UE in tecnologie critiche precedentemente acquisite esternamente. Questa missione, supportata da programmi quadro come Horizon Europe (2021-2027), si concentra sulla creazione di capacità spaziali europee più solide e resistenti attraverso il suo Programma di lavoro per la ricerca e l'innovazione (R&I) spaziale. Questo è diventato sempre più cruciale data la rapida crescita e l'intensificarsi della concorrenza globale nel settore delle tecnologie spaziali.
La DG DEFIS della Commissione Europea utilizza una strategia a tre pilastri: sviluppare componenti e sistemi all'avanguardia di apparecchiature elettriche ed elettroniche (EEE) spaziali; stabilire un'eredità spaziale attraverso opportunità di dimostrazione in orbita (IOD)/validazione in orbita (IOV); e integrare tecnologie spaziali critiche nelle missioni dell'UE. A differenza della pura ricerca, questo approccio è basato sulle esigenze, identificando le lacune tecnologiche e collaborando con l'industria per una rapida commercializzazione. HaDEA, l'agenzia esecutiva della Commissione Europea, gestisce direttamente questi progetti. Il successo di questo modello è evidente nel 43% dei progetti di ricerca spaziale dal 2014 che hanno prodotto prodotti pronti per il mercato.
Horizon Europe e Horizon 2020 hanno affrontato diverse linee tecnologiche, tra cui grandi antenne dispiegabili, dispositivi GaN, FPGA resistenti alle radiazioni e produzione avanzata di PCB. In risposta alle vulnerabilità della catena di approvvigionamento dei semiconduttori, l'EU Chips Act completa l'aumento del budget del programma UE per la R&I spaziale per le tecnologie spaziali critiche, guidando lo sviluppo di successo di EEE. Esempi includono lo sviluppo di convertitori analogico-digitali (ADC) e convertitori digitale-analogico (DAC) resistenti alle radiazioni nel progetto INTERSTELLAR, già utilizzati in missioni come Galileo Seconda Generazione e Copernicus Sentinel-6. Il progetto ORION sta inoltre facendo progredire gli ADC a banda X a basso consumo energetico.
Progetti come EFESOS e MNEMOSYNE hanno prodotto ASIC e MRAM resistenti alle radiazioni, già commercializzati. La collaborazione tra la Commissione Europea, ESA e CNES ha creato una famiglia europea di FPGA rad-hard, utilizzata in missioni come Galileo, Copernicus Sentinels e altre. I progetti DUROC e PUMA stanno spingendo verso FPGA rad-hard FinFET a 7 nm per il sistema di comunicazione satellitare sicuro IRIS2. La ricerca GaN, che abbraccia progetti come SGAN-Next e FLEXGAN, ha prodotto MMIC e amplificatori di potenza a stato solido per le missioni Galileo e Copernicus, stabilendo capacità di produzione europee per dispositivi GaN resistenti alle radiazioni.
L'investimento in strutture di collaudo, come il progetto HEARTS che utilizza le strutture CERN e GSI, garantisce il rispetto degli standard spaziali rigorosi. La struttura HEARTS@CERN consente di testare elettronica complessa a energie molto elevate, mentre HEARTS@GSI si concentra sui test con ioni pesanti per missioni nello spazio profondo. Gli investimenti continui dell'UE nella microelettronica avanzata e le prossime opportunità all'interno del programma di lavoro UE per la R&I spaziale 2025 rafforzeranno ulteriormente l'autonomia strategica dell'UE nello spazio, promuovendo la competitività, la crescita economica e il progresso scientifico.