L'intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente cambiando il panorama del broadcasting, automatizzando attività banali e rimodellando il modo in cui operano i team di trasmissione. “L'obiettivo della tecnologia basata sull'AI dovrebbe essere quello di potenziare la creatività, non di sostituire i creativi”, osserva Bob Caniglia, direttore delle operazioni di vendita, Americhe, Blackmagic Design. Aggiunge: “Utilizzando l'AI e l'apprendimento automatico per semplificare i flussi di lavoro ed eliminare le attività ripetitive, i team di produzione avranno maggiore capacità di apprendere nuove competenze e concentrarsi sugli aspetti creativi del lavoro, inclusa la narrazione. Il tempo è una risorsa scarsa nel broadcasting, e questi strumenti contribuiscono a renderla più abbondante”.

Molti esperti del settore considerano l'AI uno strumento per liberare i professionisti qualificati da attività di routine come il montaggio, la trascrizione o l'etichettatura delle riprese. Tuttavia, questo cambiamento richiede nuove competenze. Le organizzazioni hanno bisogno di personale che comprenda sia la produzione tradizionale sia i processi basati sull'AI, inclusi i modelli di apprendimento automatico, l'etica dei dati e il bias algoritmico. Costa Nikols, consulente strategico per i media e l'intrattenimento presso Telos Alliance, sottolinea: “L'ascesa dell'AI e dell'apprendimento automatico pone nuove esigenze di competenze ai professionisti della produzione. Mentre i processi tradizionalmente ad alta intensità di manodopera come il controllo di qualità possono essere assistiti da strumenti di apprendimento automatico, gli utenti stanno iniziando ad assumere compiti più orientati ai dati che richiedono loro di interagire e comprendere nuovi output di dati e gestire flussi di lavoro automatizzati. Questa evoluzione richiede una combinazione di intuizione pronta al digitale e profonda esperienza tecnica”.

Sebbene esistano preoccupazioni per la sostituzione dei posti di lavoro, Jordan Thomas, marketing manager presso QuickLink, offre una visione equilibrata: “si creeranno nuove opportunità in settori come la gestione dell'AI, l'ottimizzazione dei contenuti, l'analisi dei dati e la produzione virtuale”. Questo evidenzia un'evoluzione del lavoro, non un'eliminazione, spingendo i dipendenti verso ruoli specializzati. Per colmare il divario tecnologico, le organizzazioni stanno investendo in programmi di formazione che coprono sia gli aspetti tecnici che creativi dell'AI e delle tecnologie emergenti. Peyton Thomas, product manager presso Panasonic Connect, consiglia ai broadcaster di preparare la propria forza lavoro “adottando piattaforme software-defined e nuovi protocolli di trasporto”, garantendo la compatibilità con le future innovazioni dell'AI.

Simon Parkinson, amministratore delegato di Dot Group, sottolinea che “la tecnologia deve ridurre il divario di competenze piuttosto che ampliarlo” affinché le aziende possano beneficiare degli investimenti in AI. Egli sottolinea che “Molte tecnologie, soprattutto nell'ambito dell'AI, sono incentrate sull'utente”, progettate per lavorare a fianco, non per sostituire, i colleghi umani. Oltre alle competenze tecniche, l'adattabilità è fondamentale, visti i rapidi progressi dell'AI. Caniglia inoltre si fa promotore della “promozione della formazione continua per garantire che i team possano tenere il passo con i progressi tecnologici e gli ultimi aggiornamenti, costruendo fiducia ed esperienza nell'adozione di queste soluzioni”.

Con l'ulteriore integrazione dell'AI, i dipendenti gestiranno la cura dei dati, il monitoraggio del sistema e la conformità etica, portando a nuovi ruoli come analisti di contenuti AI o responsabili delle risorse dati. Questi ruoli richiedono “l'adattamento dei sistemi legacy per l'integrazione con gli strumenti AI” e la formazione sulle capacità in evoluzione, come spiega Thomas. Alcune organizzazioni stanno anche assumendo specialisti AI dedicati per collaborare con i creatori di contenuti. Steve Taylor, responsabile dei prodotti e della tecnologia presso Vizrt, osserva che considerare l'AI come un “generatore di tempo” può aiutare i team a concentrarsi sulla narrazione. L'attenzione si sposta sulla narrazione di alto livello e sui giudizi editoriali che l'AI non è ancora in grado di replicare.

La trasformazione dell'AI nel broadcasting è in corso, con velocità di adozione variabili. I lavori continueranno a evolversi, ma gli esperti concordano sul fatto che abbracciare l'AI eleva l'elemento umano favorendo la creatività e approfondimenti più profondi. Parkinson conclude: “La vera domanda per i broadcaster è come sfruttare la tecnologia per responsabilizzare i team, mantenere coinvolto il pubblico e alimentare una crescita sostenibile”. I futuri dipendenti del broadcasting dovranno comprendere l'AI per guidarla e controllarla nelle varie applicazioni. I team di maggior successo combineranno la dimestichezza tecnologica con l'arte della narrazione.