Il recente avviso della Federal Communications Commission (FCC) riguardante ATSC 3.0, emesso il 7 ottobre, solleva interrogativi sul futuro della regolamentazione della radiodiffusione. Il significato del documento risiede non nelle sue proposte, ma nella sua riluttanza a prendere decisioni ferme. Rivela una sfida fondamentale: l'incertezza della commissione su come regolamentare efficacemente lo spettro allocato per uso pubblico.

Il deposito elimina i requisiti di simulcasting obbligatorio, concedendo alle emittenti maggiore autonomia sulle tempistiche di transizione. Questo sposta effettivamente l'autorità sullo spettro pubblico dall'ente regolatore ai titolari di licenze private. Ciò contrasta con le precedenti transizioni di trasmissione, in cui la commissione ha stabilito scadenze chiare e specifiche tecniche per raggiungere un obiettivo specifico. Come afferma il documento, "Proponiamo di consentire alle stazioni di continuare a passare volontariamente da un segnale 1.0 a un segnale 3.0, offrendo loro al contempo maggiore libertà di soddisfare le esigenze specifiche dei loro mercati locali". Questo approccio presuppone che le decisioni aziendali delle singole emittenti siano in linea con l'interesse pubblico.

Una delle principali preoccupazioni è la crittografia. L'ATSC 3.0 Security Authority (A3SA), un'entità privata istituita dalle principali emittenti, gestisce i sistemi di gestione dei diritti digitali che possono impedire a determinati dispositivi NextGen TV di visualizzare trasmissioni crittografate. La commissione riconosce di aver ricevuto "migliaia di commenti dei consumatori" che esprimono frustrazione per il fatto che le apparecchiature acquistate in precedenza potrebbero non funzionare più per la televisione gratuita via etere. Ciò solleva la questione cruciale se le trasmissioni crittografate che richiedono la decrittazione proprietaria si qualifichino come "radiodiffusione" ai sensi del requisito del Communications Act secondo cui le trasmissioni devono essere "destinate a essere ricevute dal pubblico".

L'avviso afferma: "Chiediamo commenti sul fatto che l'attuale regime di crittografia 3.0, come amministrato da A3SA e implementato dalle emittenti, costituisca 'radiodiffusione' ai sensi del Communications Act". Se le trasmissioni crittografate che richiedono la certificazione di un consorzio privato non soddisfano la definizione statutaria, le stazioni che utilizzano tale crittografia potrebbero operare in modo incoerente con le loro licenze. Secondo Public Knowledge, un think tank politico incentrato sulla libertà, "Questa entità privata, controllata dalle emittenti in carica, controllerebbe quali dispositivi possono utilizzare le onde radio pubbliche. Le startup, i progetti open source e gli sviluppatori accademici non hanno le risorse per affrontare il processo di certificazione A3SA e molti saranno semplicemente esclusi dall'ecosistema ATSC 3.0".

L'approccio della commissione prevede la richiesta di commenti anziché la definizione di standard, consentendo al sistema attuale di continuare pur riconoscendo il suo potenziale conflitto con i requisiti statutari. La questione dell'allocazione dello spettro segue uno schema simile. Le regole attuali richiedono alle stazioni di "trasmettere almeno un segnale video gratuito via etere senza alcun costo diretto per gli spettatori", ma la maggiore capacità di ATSC 3.0 consente alle emittenti di dedicare una larghezza di banda significativa al datacasting e ad altri servizi non di trasmissione. L'American Television Alliance ha avvertito che "NAB ha richiesto regole che consentirebbero alle emittenti di dedicare più del 95% del loro spettro di trasmissione a servizi non di trasmissione". Invece di stabilire requisiti minimi per il servizio di trasmissione, il documento "chiede commenti sull'opportunità di richiedere alle emittenti NextGen TV di dedicare una parte specifica del loro spettro concesso in licenza alla trasmissione di programmazione video gratuita via etere dopo la transizione a 3.0".

Questa deferenza tratta le licenze dello spettro come diritti di proprietà piuttosto che come autorizzazioni temporanee a servire scopi pubblici. La transizione alla televisione digitale del 2009 è in contrasto, in quanto ha liberato spettro per la banda larga wireless, ha offerto vantaggi pubblici misurabili e includeva scadenze specifiche e un programma di sussidi federali. Il procedimento attuale non identifica alcuna giustificazione simile di interesse pubblico. Sebbene "circa 14 milioni di televisori compatibili con ATSC 3.0 e 300.000 convertitori esterni siano stati venduti fino al 2024", Nielsen stima 125 milioni di famiglie televisive a livello nazionale. Dopo otto anni di implementazione volontaria, meno del 12% delle famiglie televisive dispone di apparecchiature in grado di ricevere trasmissioni 3.0. La Consumer Technology Association (CTA) sostiene che ciò riflette un'appropriata risposta del mercato, affermando: "Se le emittenti sono preoccupate per la domanda del mercato di sintonizzatori ATSC 3.0, devono fare la loro parte nell'istruzione e nella promozione dei consumatori piuttosto che cercare un mandato tecnologico". L'analisi della CTA ha mostrato che i modelli televisivi comparabili con il supporto ATSC 3.0 costano in media $157 in più rispetto ai modelli solo ATSC 1.0.

La commissione chiede commenti sull'obbligo di sintonizzatori ATSC 3.0 in tutti i nuovi ricevitori televisivi, tracciando un parallelo con il suo requisito del 2002 per i sintonizzatori televisivi digitali. Tuttavia, le circostanze differiscono in modo significativo. Il precedente mandato aveva una scadenza di transizione precisa, garantendo che l'investimento dei consumatori non venisse abbandonato. Il procedimento attuale rifiuta esplicitamente le date di conversione obbligatorie, invece "chiede commenti sull'opportunità di una eventuale cessazione della trasmissione 1.0", creando una circolarità in cui ai consumatori potrebbe essere richiesto di acquistare apparecchiature per uno standard di trasmissione che potrebbe o meno sostituire il sistema attuale.

Le questioni relative al trasporto MVPD presentano un'ambiguità simile. Le regole attuali consentono solo il trasporto obbligatorio dei segnali ATSC 1.0, il che significa che le stazioni che operano esclusivamente in formato 3.0 non possono far valere i diritti di trasporto obbligatorio. La commissione chiede commenti sull'estensione degli obblighi di trasporto, rilevando al contempo che NCTA caratterizza tali requisiti come imposizione di "formidabili sfide tecniche" e oneri potenzialmente incostituzionali. NCTA afferma che la ridistribuzione dei segnali 3.0 richiederebbe agli MVPD di "acquistare e installare nuovi transcodificatori, ricevitori, demultiplexer e demodulatori", ma non fornisce stime dei costi specifiche. La commissione richiede informazioni dettagliate, ma non indica quale livello di costo sarebbe considerato irragionevole o quali benefici di interesse pubblico giustificherebbero tali requisiti.

L'approccio generale evidenzia l'intrinseca tensione nella regolamentazione della radiodiffusione: i licenziatari ricevono l'uso esclusivo dello spettro pubblico in cambio del rispetto degli obblighi di interesse pubblico. Tuttavia, il quadro della commissione tratta questi obblighi come vincoli da minimizzare piuttosto che come la principale giustificazione per l'allocazione dello spettro. Public Knowledge sostiene che "molti dei tipi di servizi che le emittenti cercano di fornire tramite ATSC 3.0, come le funzionalità interattive, sono già disponibili tramite piattaforme di streaming online, dove le emittenti sono libere di competere ad armi pari". Ciò solleva la questione se lo spettro di trasmissione rimanga il meccanismo migliore per i servizi che ATSC 3.0 abilita o se tali servizi appartengano a piattaforme Internet non dipendenti da allocazioni di spettro esclusive.

Il sostegno del Chairman Brendan Carr ad ATSC 3.0, espresso in un post sul blog del 6 ottobre che lo descrive come "il futuro della radiodiffusione", è chiaro. Tuttavia, l'avviso non fornisce la certezza normativa ritenuta essenziale da figure come Sinclair Broadcasting. La LPTV Broadcasters Association considera l'adozione obbligatoria di ATSC 3.0 come "capitalismo clientelare al suo peggio", avvertendo che i requisiti trasferirebbero valore dai consumatori e dalle piccole emittenti ai titolari di brevetti. Il presidente dell'associazione Frank Copsidas ha osservato che ATSC 3.0 "è costruito su una rete di brevetti controllata da una manciata di società attraverso pool di brevetti" con commissioni di licenza che raggiungono $6,75 per unità televisiva. L'allontanamento della commissione dalla richiesta di licenze di brevetti "ragionevoli e non discriminatorie" ha prodotto conseguenze tangibili, tra cui l'interruzione da parte di LG Electronics della produzione di TV compatibili con ATSC 3.0 a seguito di una perdita in una causa sui brevetti. Il documento rileva che "commissioni eccessive o controversie sulle licenze potrebbero limitare ulteriormente la concorrenza" e afferma che la commissione "continua a monitorare il mercato per i brevetti essenziali standard ATSC 3.0", ma non stabilisce meccanismi di applicazione.

Il risultato massimizza la flessibilità dell'emittente distribuendo al contempo costi e rischi a consumatori, produttori, piccole emittenti e MVPD senza stabilire corrispondenti benefici pubblici. La decisione della commissione di eliminare il simulcasting obbligatorio mentre chiede commenti su un'eventuale cessazione dell'1.0 crea un sistema in cui le singole stazioni possono costringere i partecipanti al mercato ad accogliere nuove tecnologie senza la garanzia normativa che la tecnologia diventerà universale. In definitiva, l'approccio della commissione trasferisce le scelte politiche alle negoziazioni di mercato, trattando le licenze di trasmissione come risorse flessibili piuttosto che come autorizzazioni condizionate a servire le esigenze pubbliche. Resta da vedere se milioni di americani che fanno affidamento sulla televisione gratuita via etere manterranno un accesso significativo man mano che lo standard di trasmissione si evolve o se tale accesso diventerà subordinato all'acquisto di nuove apparecchiature e all'ottenimento dell'approvazione da parte di entità di certificazione private.