Un sondaggio globale completo condotto nel 2025 dal Reuters Institute e dall'University of Oxford ha rivelato un marcato aumento sia nella consapevolezza pubblica che nell'applicazione pratica dell'intelligenza artificiale generativa. Lo studio indica che l'uso settimanale di strumenti come ChatGPT è quasi raddoppiato, passando dal 18% nel 2024 al 34% nel 2025.
La ricerca, che ha interessato Argentina, Danimarca, Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, ha approfondito come l'IA generativa si stia integrando nel consumo di notizie, nelle attività di ricerca e in aspetti più ampi della società. ChatGPT è emerso come lo strumento più utilizzato e riconosciuto, con il 22% degli intervistati che ne ha segnalato l'uso settimanale. In tutte le nazioni partecipanti, la consapevolezza degli strumenti di IA generativa è cresciuta, con il 90% dei partecipanti ora familiare con almeno uno di questi strumenti, un aumento significativo rispetto al 78% dell'anno precedente. I gruppi demografici più giovani, in particolare quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni, hanno mostrato i tassi di adozione più elevati.
È interessante notare che la ricerca di informazioni è diventata il principale motore dell'uso dell'IA generativa, superando persino la creazione di contenuti. L'uso settimanale per la raccolta di informazioni è raddoppiato al 24%, mentre la sua applicazione nella creazione di contenuti multimediali ha visto un aumento al 21%. "Le applicazioni dell'IA relative alle notizie sono rimaste limitate, con solo il 6% degli intervistati che utilizza sistemi di IA per ottenere notizie ogni settimana", afferma il rapporto. I tassi più alti di consumo di notizie guidato dall'IA sono stati osservati in Argentina e negli Stati Uniti.
L'opinione pubblica sull'affidabilità dei risultati di ricerca generati dall'IA è stata mista. Mentre il 54% degli intervistati ha riferito di aver incontrato risposte generate dall'IA nelle ricerche, solo la metà di loro ha espresso fiducia in tali informazioni. I tassi di click-through sui link di origine erano notevolmente bassi e molti utenti hanno indicato di incrociare le risposte fornite dall'IA con fonti tradizionali, in particolare in aree sensibili come la salute e la politica. Lo studio ha anche evidenziato una percezione diffusa che l'IA sia già prevalente in vari settori. Più della metà credeva che l'IA fosse frequentemente utilizzata nei media di notizie, con cifre ancora più alte per le società di ricerca e social media. Tuttavia, l'ottimismo riguardo all'impatto dell'IA variava a seconda del settore. Gli intervistati hanno espresso maggiore positività nei confronti dell'IA nell'assistenza sanitaria, nella scienza e nei motori di ricerca, mentre hanno mostrato più scetticismo riguardo al suo utilizzo nei media di notizie, nel governo e nella politica.
Nel campo del giornalismo, esiste una notevole disparità tra i livelli di comfort con contenuti prodotti da umani rispetto a contenuti prodotti dall'IA. "Solo il 12% degli intervistati si è detto a proprio agio con notizie completamente generate dall'IA, rispetto al 62% che preferiva contenuti creati da umani", secondo il sondaggio. L'accettazione è aumentata al 43% quando un umano ha guidato il processo con l'assistenza dell'IA. Le persone erano più ricettive alle applicazioni di back-end dell'IA, come la correzione grammaticale e la traduzione, rispetto agli usi front-end come le immagini generate dall'IA o i presentatori artificiali.
Persiste anche lo scetticismo riguardo alla supervisione dei contenuti generati dall'IA. Solo un terzo degli intervistati credeva che i giornalisti verificassero costantemente i contenuti generati dall'IA prima della pubblicazione e il 43% prevedeva variazioni significative nell'uso responsabile dell'IA tra diverse testate giornalistiche. Sebbene la maggior parte degli individui consumi notizie quotidianamente, solo il 19% ha riferito di aver osservato regolarmente l'etichettatura dell'IA sulle notizie. I riepiloghi e i chatbot dell'IA sono stati le funzionalità più frequentemente riconosciute, ma il 60% degli intervistati ha indicato di non aver in genere riscontrato funzionalità di IA all'interno delle piattaforme di notizie.
Il rapporto ha inoltre sottolineato le differenze nazionali nella percezione. Gli intervistati in Giappone e Argentina hanno generalmente avuto opinioni più ottimistiche sull'impatto sociale dell'IA, mentre quelli nel Regno Unito e negli Stati Uniti hanno espresso maggiore scetticismo. I risultati contribuiscono alla ricerca continua del Reuters Institute sugli atteggiamenti pubblici nei confronti dell'IA nel giornalismo e nella società, supportata dal National Center for AI in Society e dalla Thomson Reuters Foundation.