La crescente minaccia dei detriti spaziali è una preoccupazione pressante che richiede un'azione immediata, secondo quanto emerso da una tavola rotonda alla Space Tech Expo Europe. Il miglioramento delle capacità dei sensori, la chiusura delle lacune informative, l'implementazione di incentivi economici e lo sviluppo di nuove tecnologie sono tutti passaggi cruciali.
Con circa un milione di oggetti tra 1 e 10 centimetri in orbita attorno alla Terra, il problema rappresenta un rischio significativo per la fiorente economia spaziale. Il numero crescente di satelliti e megaconstellazioni esacerba il problema, aumentando la complessità delle operazioni orbitali e creando rischi per i satelliti, le economie globali e i sistemi di sicurezza.
La congestione nelle principali bande orbitali, in particolare la LEO, ha portato a un aumento delle manovre di evitamento delle collisioni. Aziende come SpaceX ne effettuano migliaia ogni anno, influenzando l'ambiente operativo. Thomas Eggenweiler di Neuraspace ha osservato: “Aumentare l'orbita era un gioco da ragazzi in passato, ma ora molti dei nostri clienti stanno attraversando quello che chiamiamo il muro di Starlink. Quindi si tratta davvero di navigare nella giungla.”
Eventi come la frammentazione di satelliti e stadi di razzi peggiorano la situazione. Solo da giugno si sono verificati cinque eventi di frammentazione. La capacità di tracciare accuratamente i detriti ed emettere avvisi è fondamentale per la consapevolezza della situazione spaziale (SSA), ma esistono lacune informative significative. I sensori attuali hanno difficoltà con gli oggetti più piccoli e la condivisione dei dati è limitata.
Juan Carlos Dolado Perez di Look Up Space ha sottolineato la necessità di "sensori abbastanza sensibili da rilevare oggetti piccoli", suggerendo pochi centimetri per la LEO e circa 20 cm per l'orbita geostazionaria. Ha evidenziato l'importanza della velocità: "Abbiamo bisogno di un breve lasso di tempo tra il rilevamento e il momento in cui abbiamo bisogno dei dati, per elaborarli e fornire le informazioni."
Il quadro giuridico fatica a tenere il passo. Stela Tkatchova ha sostenuto la necessità di un requisito di deorbitazione più breve, affermando: "Per quanto riguarda la regolamentazione, il requisito di deorbitazione dovrebbe essere di cinque anni. Credo che 25 anni siano eccessivamente lunghi". Andrew Faiola di Astroscale ha sottolineato la necessità di "incentivi per un comportamento responsabile, non solo sanzioni per un comportamento scorretto".
Le soluzioni includono la rimozione attiva dei detriti (ADR), l'intelligenza artificiale, l'automazione e la regolamentazione. Tuttavia, il business case rimane una sfida. Faiola ha sottolineato che la rimozione dei detriti riduce i costi prolungando la durata dei satelliti, sollecitando gli investimenti governativi per catalizzare il mercato.
Tkatchova ha suggerito di esplorare l'energia solare, le vele solari e la propulsione senza propellente per la rimozione dei detriti, riducendo l'inquinamento atmosferico. Eggenweiler ha aggiunto: "Le regole della strada devono essere migliorate... abbiamo bisogno di dati più numerosi e migliori... e i nostri satelliti hanno un'intelligenza di evitamento delle collisioni inferiore rispetto alle nostre auto". Perez ha convenuto, evidenziando la necessità di colmare le lacune informative e di affrontare gli aspetti tecnici, tecnologici e normativi entro cinque anni. Faiola ha concluso che perdere questa infrastruttura invisibile sarebbe devastante.
In definitiva, una gestione efficace dei detriti spaziali richiede un approccio unificato che comprenda la regolamentazione, l'innovazione e le strategie economiche.